Ridare vita ad un vecchio scrittoio

IL VECCHIO SCRITTOIO DI MIO PADRE

La storia di questo scrittoio risale a diversi anni fa e precisamente al 1984, ovvero l’anno in cui i miei genitori convolarono a nozze. Vi starete chiedendo cosa centra con la trasformazione di uno scrittoio, ebbene ogni mobile ha la sua storia, le sue origini, la sua lavorazione originale e, prima di dargli nuova vita, è giusto ripercorrere e valorizzare un po’ quella precedente.

Il 1984 fu quando mio padre decise di portare con sé quello scrittoio comprato qualche anno prima tramite Postalmarket, ovvero quei negozi cartacei di una volta. Lo aveva già pienamente sfruttato e non poteva più farne a meno. Se non espressamente per scriverci sopra, era stato acquistato più che altro per conservare al suo interno i documenti e chiudere quelli più importanti sotto chiave. Difatti, la ribaltina si poteva chiudere a chiave e diventare una sorta di secretaire.

Da allora lo scrittoio è rimasto tra i mobili più preziosi della mia famiglia, per valore affettivo, seguendoci in ogni trasloco, finché non è rimasto in soffitta di fianco alla postazione del computer, stracolmo di documenti.

Ripercorrendo le origini di questo tipo di mobile, scopriamo che fino al Seicento per scrivere si usava il tavolo da scrittura, che era lo scrittoio in una versione più elegante, ovvero un mobile dalle dimensioni contenute e con un piano di scrittura ribaltabile per celare al suo interno piccoli scomparti per conservare penne, calamai e documenti. Il piano era solitamente rivestito di pelle o stoffa pesante, per consentire di scrivere su una superficie più morbida del legno.

Durante il Seicento e il Settecento, lo scrittoio divenne la base per creare mobili più elaborati e funzionali come la ribalta e il secrétaire.

La ribalta è un mobile a due corpi, con la parte inferiore a cassetti oppure ad ante, e la parte superiore è un vano apribile dotato di una piccola anta ribaltabile che può essere abbassata e rialzata in base alle necessità. Quando è aperta fornisce un comodo piano d’appoggio per scrivere e rivela una serie di piccoli cassettini e scoparti in cui riporre il materiale da cancelleria e piccoli oggetti personali; una volta chiusa, la ribalta copre la parte interna della scrivania e offre alla vista le sue splendide decorazioni. Nel tempo il termine “ribalta” ha preso ad indicare non solo il piano rovesciabile, ma l’intero mobile.

Per quanto la storia dello scrittoio in genere sia affascinante come le sue decorazioni, il mobile in questione non era così affascinante, ma, per quanto utile, con il tempo si è usurato, così ho deciso di rinnovarlo e dargli nuova vita.

L’IDEA DI TRASFORMAZIONE

Quando ho preso di mira quel vecchio scrittoio per trasformarlo e rinnovarlo, non avevo ancora chiaro in mente cosa volevo davvero ottenere. Sapevo solo che era perfetto per fare pratica di trasformazione e per sperimentare nuove tecniche, tuttavia non volevo fare un lavoro approssimativo e senza un vero progetto. Così, ripensando alle mie necessità, ho pensato che fosse perfetto sulla mia terrazza, ma non più come scrittoio, bensì come mobile bar.

A quel tempo il mio terrazzo necessitava di qualche arredo in più per essere davvero completo, così come lo desideravo. Avevamo già scelto tavolo e sedie dei colori bianco, tortora e con cuscini azzurri. Con mio marito avevamo ideato un tavolino in legno bianco, con decorazioni azzurre e gambe in acciaio lucido ed era già in programma un divanetto in pelle color tortora con alcuni cuscini celesti e azzurri che già avevo, ciò che mancava era un punto d’appoggio da cui ricavare bicchieri, bicchierini e liquori in caso di aperitivo o in terrazza, così decisi che quello scrittoio che avrei deliberatamente sottratto a mio padre era perfetto per quello scopo. Senza contare che sarebbe andato a coprire perfettamente uno sportello nel muro.

A questo punto non mi restava che decidere l’aspetto da dargli per inserirlo perfettamente nel contesto. In questo caso infatti, il progetto è nato dal contesto e dall’idea di collocare quel determinato mobile esattamente in quel punto. Così ho raccolto le idee, fatto qualche ricerca e messo giù un progettino che rispecchiasse l’idea che avevo in mente. 

 

Analizzando il mio mobile, ho pensato che sarebbe stato più snello eliminando due cassetti e sostituendoli con delle antine. Ho pensato ad antine in vetro, perché perfette con l’idea di mobile bar. Ho voluto sostituire i piedi, che erano molto sottili davanti e non erano altro che una fascia di legno grezzo sul retro, ed ho optato per piedi d’acciaio in coordinato con il resto dell’arredo. Anche i pomelli andavano sostituiti, ed ho pensato di eliminare la serratura per riporre al suo posto una maniglietta. 

All’interno, invece, ho pensato di mettere sul fondo di ogni parete un foglio d’acciaio lucido per creare un moderno effetto a specchio e sul fondo di ogni cassetto ho invece pensato ad una carta moderna, in stile newyorkese che richiamasse i motivi e i colori del mobile. Per il colore dell’esterno, infine, non ho potuto che optare per l’azzurro Provenzale dei miei cuscini in perfetto pendant con il resto dell’arredo.

Proprio per il suo colore azzurro e per altri dettagli, il mobile si è inserito in uno stile Provenzale rivisitato in chiave più moderna.

LO STILE PROVENZALE

Quando si pensa allo stile Provenzale, la mente viaggia fino in Francia, nella lontana e ben nota Provenza. Diversamente dallo stile prettamente Francese e più parigino che richiama una palette di colori più neutra, orientata al bianco e al grigio e ispirato principalmente alla comodità e all’eleganza di città, lo stile Provenzale richiama invece la campagna, il decapato e i colori vivaci e pastello.

Proprio questi ultimi sono elementi che caratterizzano questo stile, ovvero colori pastello come carta da zucchero, verde chiaro, azzurro Provenza, lavanda e materiali naturali come il legno, il ferro battuto, il vimini e la pietra. Lo stile nell’arredo è per lo più decapato, con segni di usura del tempo e i tessuti sono anch’essi stropicciati e per lo più freschi e naturali, come il lino e il cotone. Il decapato fa confondere molto questo stile con lo shabby chic, ma proprio i suoi colori più vivaci e pastello permetteranno di distinguerlo.

Altri elementi che non possono mancare sono i fiori, la lavanda in particolare, vasi e caraffe colmi di fiori freschi o secchi e decorazioni floreali su cuscini e porcellane dipinte a mano.

Tornando al mio mobile bar, ho voluto richiamare questo stile attraverso il colore azzurro pastello o celeste provence della linea Annie Sloan e attraverso uno sfumato che conferisce una sensazione di consumato e usurato, anche se non prettamente decapato. Lo stile del mio terrazzo, inoltre, pur ispirandosi allo stile provenzale, attraverso una seduta in ferro battuto, un tappeto in vimini e la predominanza di questo colore vivace, oltre che di piante e fiori e vasi appesi, lo rivisita in chiave moderna. È presente difatti per lo più l’acciaio anziché il ferro e materiali e colori che simulano il legno sono invece più moderni e lineari. Infine anziché la Francia o la Provenza, ho voluto richiamare New York e un pizzico del suo aspetto più Industrial.

LE TECNICHE UTILIZZATE

Nel restyling di questo vecchio scrittoio, ormai diventato mobile bar, ho utilizzato diverse tecniche, cercando di armonizzarle tra loro.

Il frontale della ribaltina e dei cassetti presentava dei rilievi che non amavo molto e che non ritenevo in linea con lo stile che volevo dargli così ho creato altri rilievi con una pasta acrilica e uno stencil geometrico. Sui bordi e sulle cornici, invece, ho utilizzato la foglia argento che ha dato un aspetto più elegante, ma anche più usurato.

Sul laterale ho pensato di dipingere a mano lo skyline di New York, sfumandolo un po’ con il colore di sfondo. Più in basso, invece, ho dipinto con uno stencil geometrico poi sfumato anch’esso.

All’interno ho scelto di applicare una carta adesiva che riprende il tema New York. L’ho applicata sulla ribaltina, sul ripiano inferiore e in ogni cassetto.

Infine la pittura esterna ha un effetto sfumato a tre colori. Dopo una prima mano di chalk paint color Blu Acquamarina, ho realizzato uno sfumato con celeste Provence, Old white e Athenian Black della linea Annie Sloan. All’interno invece la pittura è lineare a un colore.

LA TRASFORMAZIONE STEP BY STEP

Ho Iniziato la mia trasformazione per prima cosa analizzando il mobile e rimuovendo le parti che volevo eliminare, ovvero la serratura, i piedi, 2 cassetti e la fascia di legno tra i due cassetti.

A quel punto ho iniziato la fase più rognosa, ma che da anche le sue soddisfazioni, e cioè ho carteggiato tutta la superficie interna ed esterna e stuccato laddove c’erano ammaccature, graffi, parti mancanti o difetti del legno.

Successivamente sono passata ad applicare la pasta acrilica con uno stencil geometrico sui rilievi della ribaltina e sui rilievi del cassetto rimasto.

A questo punto era ora di dipingere. Dopo una prima base con 2 mani di chalk paint color Acquamarina, ho dipinto l’effetto sfumato a tre colori che desideravo ottenere, applicando prima il celeste Provence su quasi tutta la superficie e poi sfumature più piccole bianche e nere.

Una volta finite le sfumature sulla superficie e schiarito ulteriormente i rilievi creati con lo stencil, ho poi applicato la foglia argento su tutti i bordi laddove necessario, stendendo prima la colla missione con un pennello e applicandola poi a piccoli pezzi. Sui bordi del cassetto e della ribaltina ho pensato poi di sfumare nuovamente con la chalk paint acquamarina per dare un effetto anticato e consumato.

Successivamente ho dipinto il motivo geometrico frontale e applicato lo stencil geometrico sui lati in basso. Dopo aver applicato lo stencil con il nero l’ho sfumato con il bianco e passato un panno asciutto per creare una sfumatura.

Il passaggio successivo è stato la pittura a mano dello skyline di New York prendendo spunto da un’immagine di Pinterest che ho poi sfumato con l’azzurro per adeguarla al contesto.

Finito l’esterno ho dipinto gli interni della ribaltina in nero e i cassettini e il cassetto con 2 mani di azzurro acquamarina. Sul fondo del cassetto, l’interno della ribaltina e l’interno dei cassettini e il ripiano inferiore ho applicato una carta adesiva, mentre sui fondali ho applicato fogli d’acciaio tagliati su misura da un acciaista, che poi sarebbe mio marito.

Infine ho sostituito gli hardware, ovvero piedi, pomelli e maniglia, e inserito due antine in vetro che ho fatto fare da un vetraio di fiducia.

Così, dopo un po’ di lavoro e di fatica, ho realizzato esattamente il mobile bar che avevo in mente e che a mio avviso calza alla perfezione nel contesto in cui l’ho inserito.

Se possiedi un vecchio scrittoio o un mobile che vuoi rinnovare e desideri consigli o idee su come fare, non esitare a contattarmi.
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